Inizia oggi un viaggio fantastico alla scoperta del Minibasket. Il nostro Istruttore Sergio Mazza ci condurrà per mano ad esplorare tanti aspetti di questo magico mondo. Parte la rubrica “MinibaskeTiamo”, ecco la prima puntata. Speriamo sia di vostro gradimento
Ciao a tutti, amici della palla a spicchi! Parte oggi questa nuova rubrica dedicata al mondo dei più piccoli cestisti… Questa rubrica vuole essere una finestra sul settore del MiniBasket, uno spazio aperto di confronto, di riflessioni, dedicato a tutti gli “specialisti” del settore, istruttori già operanti, aspiranti o neo istruttori, genitori, semplici appassionati e, perchè no, dirigenti di società sportive che vogliono approfondire le loro conoscenze di questo affascinante ma quanto mai complesso mondo dei bambini.
A me il prestigioso compito di fare da “cerimoniere”; sceglierò di settimana in settimana argomenti differenti, e, nel caso arrivino proposte o domande in redazione, sarò ben felice di rispondervi e magari prendere spunto per le nostre chiacchierate.
Siamo pronti? Allacciate le cinture, si parte!!!
E subito vi lancio una provocazione… COS’E’ IL MINIBASKET?
Prendetevi qualche istante prima di andare avanti, e provate a rispondermi.
Una domanda apparentemente così banale nasconde dietro di se innumerevoli “trabocchetti”… Per molti, e purtroppo per molto tempo, il MB è stato semplicemente ed erroneamente considerato “il basket per i bambini”.
Nato intorno agli anni 50 negli Stati Uniti con il nome di Biddy Basket-ball, all’inizio prevedeva regole proprio identiche a quelle dei grandi, con la sola differenza nelle attrezzature (palloni e canestri) ridotte rispetto a quelle degli adulti.
Il percorso è stato lungo, è passato attraverso svolte radicali, e oggi il Minibasket, in Italia, non è altro (o non dovrebbe essere altro) che la proposta di gioco educativo che la F.I.P. rivolge ai bambini dai 5 agli 11 anni, e che ha le sue radici nella cultura e nella pratica della pallacanestro giovanile.
Quindi non è una banale riduzione in scala del basket per adulti, ma un giocosport nel quale il bambino, nell’accezione globale della propria dimensione cognitiva, motoria, sociale ed emotiva, viene posto al centro di ogni proposta, azione, riferimento e riflessione che connotano tale progetto educativo.
Il MB, quindi, non deve assolutamente essere un momento dove qualcuno insegna la pallacanestro ai bambini più dotati, ma il luogo ed il tempo intenzionalmente dedicati in cui a ciascun bambino è data l’occasione di imparare a giocare al MB, secondo il principio dell’inclusione e non della selezione precoce, spesso tanto arbitraria ed incompetente quanto gratuita ed inconcludente.
Si tratta di una differenza non da poco, e che definisce il MB non come un mini sport che produce “vuoti a perdere”, ma come la proposta di giocosport della nostra Federazione che mette al centro l’accoglienza e l’inclusione nello sport dedicato ai più piccoli!
Il Giocosport non è altro che l’insieme delle strategie, delle procedure, dei metodi, dei contenuti attraverso i cui si intende favorire l’apprendimento e la pratica, da parte dei bambini, di forme educative e semplificate di una disciplina sportiva. Destinato come detto ai bambini in età di scuola primaria, nessuno escluso ovviamente, presuppone dei prerequisiti dell’apprendimento e della pratica quali lo sviluppo delle funzioni organiche, motorie, cognitive, emotive e relazionali.
Un’adeguata azione educativa-didattica favorirà quindi l’insegnamento del giocosport se sarà:
- intenzionale sul piano educativo e formativo
- progettata secondo fasi spazio-temporali coerenti
- condizionata dal principio dell’unità e dell’unicità della persona
- rispettosa dei tempi e dei modi individuali di apprendimento
- programmata secondo un modello neo-cognitivo
- connotata dal clima e dall’intenzionalità ludica e sportiva
Conoscenze, abilità e competenze nell’ambito del giocoport si conseguono attraverso l’applicazione di:
- stili e metodi di insegnamento appropriati, di tipo induttivo e deduttivo
- metodiche di allenamento di tipo multilaterale generale e orientato
- mezzi e contenuti ludici ad indirizzo formativo di base, multi e monodisciplinare.
Tutto ciò, apparentemente così complesso e complicato, è MINIBASKET: un’attività adeguata ai singoli e personali ritmi di sviluppo e di crescita e di apprendimento dei bambini, che non può prescindere da principi pedagogici, educativi e metodologici-didattici che ne devono definire le linee guida di riferimento.
Spesso però, se vogliamo essere coerenti e onesti, ci si accorge che questo “modello” non è quello riproposto nelle nostre palestre, dove troppe volte il risultato condiziona scelte operative e metodologiche.
Attraverso questo percorso il mio intento è quello di sollecitare l’attenzione e “l’adesione” di chi vuole un MB diverso, in modo da vivere la propria azione educativa in modo consapevole, intelligente e responsabile, sapendo che il corretto intervento dell’educatore aiuterà i bambini a:
- acquisire conoscenze utili per imparare MB
- apprendere le abilità necessarie che occorrono per praticare il MB
- impadronirsi delle competenze migliori per giocare le partite di MB
Chi vi scrive, per concludere, crede fortemente nell’identità e nella connotazione neo-cognitivista dell’approccio all’insegnamento ed all’apprendimento del MB, pur essendo consapevole che esisterà sempre un confronto con una concezione di segno comportamentista o funzionalista. Ma per il bene dell’intero movimento occorrerebbe affrontare tale confronto senza arroccarsi su posizioni preconcette, ma apportando le necessarie evidenze scientifiche e culturali del modello assunto.
Sperando di essere riuscito a sollecitare la vostra curiosità, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana.
Sergio Mazza
Istruttore nazionale e Formatore Minibasket FIP (Federazione Italiana Pallacanestro)