Questa settimana parliamo dell’istruttore di Minibasket, e nello specifico del suo ruolo in palestra. E’ una figura delicata, della quale troppo spesso si sottovalutano responsabilità e importanza nella crescita e nello sviluppo del bambino, sotto molteplici aspetti, a partire da quelli socio-relazionali ed emotivi per proseguire su quelli motori e tecnici.
Dal mio punto di vista, avere la sensazione di riuscire a trasmettere emozioni, di aiutare a far crescere, è il piacere più grande dell’Insegnamento.
Già, insegnamento, e non allenamento, perchè il ruolo dell’istruttore è ben differente da quello dell’allenatore. Un buon istruttore, consapevole del suo ruolo, dovrebbe sempre tenere presente ciò che rappresentiamo per i nostri bambini, dovrebbe essere capace di guardarsi dentro, senza paura di mettersi quotidianamente in discussione, sforzandosi di restare coerente con i principi del giocosport di cui abbiamo già parlato, condividendo un percorso con i miniatleti, con la propria società, con i colleghi e anche e soprattutto con i genitori, sapendo che il vero successo non sarà legato strettamente al numero delle partite vinte.
Ma cosa deve saper fare un buon istruttore?
“….Quello che è irritante nelle istruzioni di questo tipo è che partono dal presupposto che ci sia un solo modo di montare un barbecue: il loro.
E questo presupposto esclude qualsiasi intervento creativo.
In realtà di modi ce ne sono cento, e quando ti costringono a seguirne uno solo, senza mostrarti il problema nel suo complesso, diventa difficile seguirlo senza fare errori.
E’ un lavoro che si fa senza slancio. Oltretutto, è molto improbabile che il loro modo sia il migliore”
(Robert M.Pirsig, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta)
Nella nostra società vige il pregiudizio quasi universale che esiste un solo modo giusto di fare le cose, mentre tutte gli altri sono sbagliati: se seguiamo questo modo “giusto”, raggiungere lo scopo prefissato diventa abbastanza semplice.
Quindi, se le cose si fanno difficili e complicate, tendiamo a pensare di non aver seguito il metodo giusto, altrimenti tutto sarebbe andato liscio e saremmo riusciti a raggiungere il nostro scopo.
Cosa vuol dire questo? Di certo non vuol dire lasciare tutto al caso, e non fare del proprio meglio in palestra con i bambini.
L’istruttore Minibasket ha il dovere di programmare e il compito di essere una guida per i propri bambini, ma deve liberarsi dall’idea che esistano dei metodi infallibili che, seppur applicati correttamente, produrranno automaticamente i risultati prefissati.
Qualunque attività facciamo in palestra, con e per i nostri bambini, dovrebbe scaturire dalla nostra comprensione, anche emotiva, delle singole situazioni che si vengono a creare, del tipo di rapporto che vogliamo avere con i nostri mini-atleti.
Fondamentale è dunque non perdere mai di vista il bambino come centro della proposta ludico/educativa: un bambino che gioca, che si muove, che socializza, ma soprattutto che è dotato di una grande e ampia libertà motoria.
Per questo motivo il nostro obiettivo non potrà essere soltanto quello di ottenere una corretta (ma spesso automatica) esecuzione dei giochi, quanto piuttosto quello di stimolare i bambini ad essere “soggetti pensanti”, che sanno utilizzare le proprie abilità e capacità per adeguarsi in maniera appropriata alle diverse situazioni di gioco. In altre parole dobbiamo aiutarli a sviluppare la loro capacità di “problem solving”, e purtroppo i bambini di oggi dispongono sempre meno di questa capacità.
Infatti ai nostri bambini non manca niente (le palestre sono piene di palloni e attrezzi di vario genere, anche se sanno usarli sempre meno), tranne la spontaneità, la possibilità di sbagliare, di mettersi in gioco.
C’è sempre qualcuno che decide per loro, che pensa per loro, che sogna per loro, che fantastica per loro e… purtroppo sbaglia per loro.
L’istruttore Minibasket che sceglie di lavorare per i bambini deve imparare a comprendere il loro mondo, dentro e fuori dal semplice ambiente sportivo, deve parlare la loro lingua, deve creare contesti e situazioni a “misura di bambino”.
La palestra deve rappresentare per il bambino un luogo d’incontro, uno spazio protetto, dove ogni bambino, con le sue complessità e le sue diversità possa sentirsi a suo agio.
E il nostro compito di istruttori sarà quello di predisporre l’ambiente e gli strumenti utili, per creare un clima di serenità, di fiducia, in cui il bambino ha diritto di giocare, trovare gratificazione e soprattutto autorealizzazione.
Per insegnare il Minibasket non occorre quindi sapere il Minibasket, ma bisogna saper insegnare. (F.M. Pellegrini, 2001)
Insegnare educando, e non limitarsi a sviluppare una corretta didattica metodologica (organizzare la lezione, definire gli obiettivi, ecc ecc), ma anche saperla adattare ai bisogni dei bambini e, se necessario, saperla modificare.
Infatti spesso, osservando un bambino che svolge i giochi proposti da noi istruttori, si ricavano informazioni fondamentali, sulla sua intelligenza motoria, sulla sua capacità di relazionarsi con gli altri e sulla sua affettività.
Un buon istruttore deve quindi saper cogliere questi aspetti, perchè uno dei suoi compiti principali è quello di fare in modo che i bambini imparino a credere in se stessi: solo così avranno la fiducia necessaria e la capacità di affrontare problemi e superare le difficoltà che si troveranno davanti.
Da tutto ciò si evince quanto sia difficile, complicato e delicato il compito di un istruttore, di quali e quante responsabilità deve farsi carico, perchè il futuro, non solo sportivo, dei bambini che affollano le nostre palestre viene fortemente influenzato dai comportamenti e dalle conoscenze dell’istruttore stesso. Ma tali conoscenze per quanto indispensabili e determinanti, perdono il loro valore formativo se non vengono tradotte dall’Istruttore in azioni concrete e reali.
Il “fare quotidiano” diventa in tal modo il saper insegnare.
Un duro lavoro quindi, che non deve confondersi con un hobby o un passatempo.
Il riconoscimento migliore che avremo per la fatica fatta, non sarò ciò che ne ricaveremo, ma ciò che diverremo, come persone, grazie ad essa.
Come spesso ricorda il Tecnico Nazionale e “capo” del nostro Minibasket Maurizio Cremonini “Le parole dette, pur mentendo, spesso persuadono, ma i comportamenti fanno di noi persone oneste, serie e credibili.”
Alla prossima settimana amici del Minibasket!
Sergio Mazza
Istruttore nazionale e Formatore Minibasket FIP (Federazione Italiana Pallacanestro)