Ciao amici del Minibasket, eccoci arrivati al nostro ormai consueto incontro settimanale… Oggi ho deciso di parlarvi di un argomento più “tecnico” del solito… le Capacità Motorie.
Spesso se ne parla, nelle palestre, nei corsi di formazione a cui ho la fortuna di partecipare, e nelle riunioni di aggiornamento tra istruttori. L’impressione è che non sempre si abbia un quadro chiaro di quelle che sono in realtà, e soprattutto come e quando vadano “allenate”. Ma su un punto tutti sono d’accordo… i nostri bambini sono generalmente carenti dal punto di vista delle capacità motorie.
Procediamo con ordine, e vediamo prima di definire cosa sono: con il termine capacità motorie s’intende l’insieme delle caratteristiche, fisiche o sportive, che un individuo possiede e che permette l’apprendimento e l’esecuzione delle varie azioni motorie.
Le capacità motorie influenzano l’intensità e la qualità di risposta motoria all’ambiente e si connotano come componenti parziali delle abilità.
Le possiamo, quindi, senz’altro definire il presupposto iniziale per iniziare consapevolmente un’azione.
Le capacità sono proprie dell’individuo, in parte legate all’ereditarietà e al patrimonio genetico, e possono modificarsi con l’allenamento.
Le capacità motorie si trovano alla base della prestazione fisica e si dividono in:
- capacità condizionali, legate alla condizione fisica e quindi agli aspetti energetici del movimento (aspetto quantitativo del movimento);
- capacità coordinative, connesse alla capacità del sistema nervoso centrale di avviare e controllare il movimento (aspetto qualitativo del movimento).
Questa suddivisione è fissata convenzionalmente, poichè, in realtà, le capacità motorie interagiscono costantemente. Tuttavia si è constatato che, mentre esercitazioni volte ad allenare le capacità coordinative migliorano anche le capacità condizionali, non sempre così efficacemente si verifica il contrario.
In definitiva, quanto più ricco sarà il bagaglio motorio, quanto più sarà possibile apprendere, e disporre all’occorrenza, di gesti tecnici adeguati.
Rapportando tutto questo al “nostro” minibasket, quello attuale, cosa viene fuori? Beh, non è certo solo mia opinione che la scarsa padronanza di capacità motorie sia caratteristica comune dei bambini di oggi, “figli” di una società che non aiuta in tal senso il nostro lavoro di istruttori.
Insegnare oggi Minibasket non è come insegnarlo 20 anni fa, e non solo perchè è cambiato il gioco, o le metodologie di insegnamento, ma soprattutto perchè sono cambiati i bambini.
L’evidente diminuzione di motricità spontanea, e lo scarso contributo di quella scolastica, complica il percorso di insegnamento!
Bisogna assolutamente migliorare la qualità delle proposte, la programmazione e l’organizzazione del lavoro, per EDUCARE, PREPARARE e STIMOLARE il bambino a vivere la sua motricità.
In questa ottica, ancora una volta, salta all’occhio quanto sia fondamentale l’opera dell’istruttore, che partendo da una analisi dei pre-requisiti strutturali e funzionali individuali (e del gruppo) dovrà lavorare al miglioramento degli schemi motori e posturali, attraverso l’educazione e lo sviluppo delle capacità motorie, fino a trasformarli progressivamente in abilità specifiche.
Compito apparentemente facile, ma reso assai complicato da diversi fattori, quali le differenze, appunto, tra bambini stessi, e l’obbligo di rispettare le fasi dell’apprendimento (coordinazione grezza, coordinazione fine, stabilizzazione e disponibilità variabile), prima di poter procedere oltre.
Per la loro educazione e il loro sviluppo ideale, le C.M. necessitano infatti di una corretta e progressiva metodologia di lavoro.
Particolare attenzione nella fanciullezza va data allo sviluppo di mobilità articolare e capacità coordinative, ma già è possibile cominciare a strutturare le capacità condizionali.
Fondamentale è il rispetto dei ritmi individuali di apprendimento e dei carichi di lavoro, ma ancor di più non dovremmo mai MAI PERDERE DI VISTA CHE…
- Il nostro obiettivo non è quello di costruire automi o bambini “robots” senza capacità di gioco, seppur perfetti nelle esecuzioni tecniche.
- Se non viene svolto un corretto lavoro sull’educazione e sullo sviluppo delle capacità motorie, sicuramente non si possono migliorare i fondamentali
- Non migliorando i fondamentali, non si può migliorare la capacità di gioco
Contraddittorio? solo apparentemente… infatti non stiamo parlando di compartimenti stagni, ma di “vasi comunicanti”.
L’abilità dell’istruttore è quella di riuscire a dosare e mixare i giusti ingredienti, come un buon cuoco, al fine di preparare un piatto delizioso da servire al tavolo dei nostri mini-atleti.
Nel mio percorso di formazione ho avuto la fortuna di lavorare in posti molto diversi tra loro, passando da società più piccole a società più affermate e blasonate, da realtà di città a piccoli centri di “campagna, senza tralasciare la grande esperienza che ho vissuto in Africa, in Kenya, e in ognuna di queste situazioni, facendo Minibasket, ho riscontrato, a parità di età cronologica, diversi gradi di padronanza delle proprie capacità. Questo influneza non poco la capacità di “padroneggiare” l’uso dei fondamentali, e soprattutto i tempi nell’apprendimento. Sarà banale da dire, ma la motricità dei bambini africani, nonostante mezzi inesistenti (e la mancanza di istruttori) è nettamente superiore a quella dei nostri bambini, come pure quelli che vivono in campagna sono sicuramente avvantaggiati, su questo piano, rispetto a bambini di città che magari hanno maggiori opportunità di apprendimento, ma minori possibilità di “movimento spontaneo”.
- “Il miglior insegnante del bambino è la propria natura”
Un bambino con un bagaglio motorio “importante”, oltre ad essere un atleta migliore, più veloce, più forte e resistente, è anche un bambino che impara più velocemente, e che, all’occorrenza, riesce ad utilizzare il giusto movimento per raggiungere un obiettivo. Quello che a volte si confonde con il talento non è altro che un bagaglio motorio di alta qualità.
Per chiudere questa breve chiacchierata nel mondo delle capacità motorie, mi preme ricordarvi ancora una volta che il confine tra le capacità motorie è difficile e non sempre determinabile, per cui educando e sviluppandone una, ne educhiamo e ne sviluppiamo contemporaneamente altre. Questo ci induce a trovare delle vere e proprie “strategie di insegnamento”, partendo dalla motivazione alla competizione: vero che è innata nel bambino, ma bisogna proporre esercitazioni adatte, al fine che gli stimoli che arrivino siano chiari ed efficaci.
E poi, anche se sarà superfluo ripeterlo, non dimentichiamo che nel Nostro Minibasket l’aspetto cognitivo resta essenziale, perchè le abilità tecniche si ricercano comprendendo l’efficacia del gesto, e non con la sterile ripetizione.
Anche per questa settimana vi saluto con un pensiero di un “maestro” dell’educazione delle Capacità Motorie, il Prof. Cuzzolin, PF della Nazionale Italiana di basket e autore di numerosi lavori con bambini del minibasket, che ci ricorda che:
“Non esiste un esercizio migliore degli altri, ma solo metodi di lavoro più efficaci”
Alla prossima settimana.
Sergio Mazza
Istruttore nazionale e formatore per la FIP (Federazione Italiana Pallacanestro)